Aids, speranze da terapie long acting e PrEP, il punto degli infettivologi Simit

(Adnkronos) – Dagli Usa arrivano anche notizie confortanti sulla ricerca sull’Hiv. L’edizione 2025 del Croi, la Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections tenutasi a San Francisco, ha portato una conferma importante: “I farmaci long acting rappresentano una nuova frontiera sia nel trattamento che nella prevenzione dell’Hiv. La possibilità di passare da una pillola al giorno a una singola iniezione ogni 2 mesi rivoluziona l’approccio terapeutico, migliorando l’aderenza, riducendo lo stigma e offrendo nuove opportunità soprattutto per le popolazioni più vulnerabili. Diversi studi hanno infatti confermato l’elevata persistenza dei farmaci long acting sia nel trattamento che nella profilassi pre-esposizione (PrEP). Permane il problema di una diffusione limitata di questi farmaci in Italia”. A fare il punto sono gli esperti della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali, sottolineando che i progressi della terapia antiretrovirale rendono l’Hiv un’infezione cronica. I trattamenti, se eseguiti con costanza, sono efficaci, tollerati e consentono di mantenere una qualità e un’aspettativa di vita paragonabili a quelle della popolazione generale, contribuendo anche ad annullare il rischio di trasmissione del virus.